Si partorisce ad un'età sempre più avanzata... noi cosa possiamo fare?


Domanda originale:
All'inizio Avete parlato di donna che partoriscono ad un’età più avanzata e dei problemi che ne conseguono ma concretamente: noi cosa possiamo fare?

Risposta:

Da un punto di vista biologico la fertilità nella donna è massima tra i 15 e il 32 anni. A 35 comincia a calare per divenire ridottissima a 40 anni.
Se nel periodo fertile si assumono terapie contraccettive per tanto tempo, o per vari motivi si rifiutano le gravidanze, può succedere che ci si trovi verso i 40 anni  con il desiderio di un figlio che non “arriva”.
Rispetto a questo possiamo dire che apprendere i metodi naturali aiuta ad una cura di sé, del proprio corpo e delle proprie relazioni, non "bombardando" il proprio apparato riproduttivo con elementi chimici che possano poi “segnarlo” in modo indelebile, precludendone la fertilità.

Ma la domanda apre ad un ragionamento antropologico importante…

L’attuale contesto sociale, con i lunghi periodi di studio e la crisi dell’offerta lavorativa, allontana in un giovane la prospettiva di rendersi autonomo, fare le proprie scielte di vita, aprirsi alla maternità/paternità.
Di fatto l’impianto delle politiche sociali e familiari  italiano non aiuta a questo, e la politica si rende responsabile di una certa “infelicità” dei giovani.
Ricorderete la banale espressione “bamboccioni”, con le polemiche che aveva acceso.

Urge da parte nostra stimolare la generazione degli adulti e la politica a cambiare radicalmente rotta.
Urgono politiche giovanili che aiutino in modo celere al raggiungimento di una istruzione qualificata ed efficace.
Urge creare dinamismo e possibilità di lavoro.
Urge una politica di accesso alla casa ed all'affitto agevolata.
Urge più che mai una politica che riconosca nell'esperienza della famiglia il vero motore della società, favorendo la formazione alla responsabilità, alla stabilità, alla capacità di accoglienza e rispetto reciproco, la formazione alla reciprocità, alla fedeltà.
Urge una politica economica che riconosca il ruolo sociale, fondamentale ed insostituibile della relazione uomo-donna generativo, stabile, con un rilancio della capacità anche di un legame stabile – che poi conduce alla felicità anche nella fase della maturità e dell’anzianità.

Il vincolo matrimoniale – e qui non parliamo di quello religioso che sottende a tutt’altri aspetti – è una dimensione antropologica insita in tutte le società di ogni tempo, fin dall’antichità. Esso deve essere rilanciato in tutta la sua potenziale bellezza: ogni uomo ed ogni donna tendono e cercano un “amore per la vita” che è possibile e che deve essere educato.
Serve quindi una politica chiara, decisa, intraprendente, coraggiosa per la vita, i giovani, la famiglia e gli anziani.
I macro sistemi economici si sono dimostrati ovunque – e per ogni orientamento politico – fallimentari quando non hanno messo al centro l’uomo e la sua esperienza più autentica e realizzante: quella degli affetti e relazioni, e quindi quella familiare…

Noi cosa possiamo fare?
Dobbiamo fare la nostra piccola parte laddove posiamo, crescendo in questa direzione come singoli e nei nostri contesti, con gli amici, nella scuola, preparandoci anche ad un impegno sociale-politico in questa direzione.

Dobbiamo formarci per smascherare le politiche distorte, come quella pro-gender in atto in questi anni, frutto di manovre di lobby ed interessi economici di parte, che non mirano la vero bene comune, e mossi da ideologie e non da fondamenti antropologici.

Tu puoi aiutare associazioni come la nostra, per esempio, collaborando nelle iniziative che cerchiamo di fare in questa direzione.
Ma ogni soggetto sociale, ogni associazione, può farsi carico di questo bisogni di rinascita culturale, facendo ripartire “dal basso” il vero motore dell’Italia: un Italia aperta alla vita, accogliente, intraprendente e lavorativa.

Ciò significa anche selezionare le proprie ricchezze: eliminare sprechi a favore di un risparmio che c permetta, quanto prima, di fare scelte autonome.
Eliminare gli sprechi significa anche, per noi giovani, saper eliminare i tempi “buttati al vento”. Curare le nostre relazioni, curare i nostri studi, curare il nostro tempo libero perché non sia "evasione", ma un consapevole utilizzo dei nostri talenti, per esempio nella danza, nello sport, nelle passioni civili, nel volontariato, nella politica del “vero e del bene comune” e non dell’interesse di parte.

Allora – malgrado il contesto sociale non favorevole – noi giovani possiamo giocare coraggiosamente la nostra vita.
Sposarsi per esempio sembra un lusso, ma sposarsi non vuol dire “banchetto nuziale ricco” ma innanzitutto scelta consapevole. Ci sono per esempio progetti legati a famiglie giovani, affitti agevolati, progetti di comunità che possono essere approfonditi e favoriti.

Fare rete è fondamentale: uniti possiamo aprire una strada che ora pare non esserci.
Facciamo insieme ognuno la nostra parte…
Puoi unire la tua fantasia, il tuo entusiasmo e i tuoi talenti con la nostra Associazione od altre.
...e questa è già una nuova Italia che ri-nasce.

Grazie.
- Comitato Scientifico -