L'aborto può essere paragonato ad una "pulizia etnica"? Non è esagerato?


Domanda originale:
In una delle slide del Dottor Rossetti è stata usata l'espressione "pulizia etnica"; mi sembra esagerato paragonarla all'aborto, non crede?

Risposta:

Preso atto scientificamente che  l'embrione è vita fin dalla fecondazione, con tutte le sue caratteristiche e a pieno titolo, leggendo "i numeri" del fenomeno aborto, è lecito paragonarlo ad uno sterminio, e ad eventi come la "pulizia etnica": si tenga conto che, solo in Italia, dall'introduzione della legge 194, non hanno visto la luce oltre 5 milioni di individui.
Attualmente poi con la possibilità di congelare gli embrioni durante i cicli di procreazione medicalmente assistita stiamo assistendo ad un’ulteriore uccisione degli embrioni stessi.

Questi numeri sono impressionanti, considerando anche la mancanza di possibile difesa da parte degli embrioni ed il clima di indifferenza generale nei confronti del problema sociale che ne deriva.

E' altresì dimostrato che la pratica dell'aborto è spesso eseguita per impedire la nascita di bambini malformati, affetti da patologie o sindromi particolari (per esempio la sindrome di down): ciò purtroppo è aberrante e non può non far pensare allo sterminio dei disabili imposto da numerosi regimi dittatoriali. La mente corre ai tanti documenti della dittatura nazista, ma non solo...
E le pratiche eugenetiche attuali rischiano di condurre ad una selezione degli individui precipitando di fatto in una selezione della razza...

Ecco perché - se pur  quanto espresso qui è "crudo" - è ragionevolmente vero e deve far riflettere:
uno stato democratico che non aiuti l'accoglienza della vita, dei malati e dei disabili, che non difenda il più indifeso - il bambino ancora in grembo - non può dirsi pienamente democratico.
E' necessario un percorso di riflessione e ripensamento rispetto alle politiche che hanno condotto a questo "genocidio silenzioso" che continua nell'indifferenza generale, dove - oltre al bambino - viene ferita la madre e tutto il contesto relazionale.

- Comitato Scientifico -